sabato 30 dicembre 2023

il bigamo

Nella sua versione italiana, “The Bigamist” fu tradotto con un bislacco e fuorviante “La grande nebbia” (fenomeno atmosferico del quale nel film non v’è traccia alcuna) probabilmente perché si riteneva che l’originale fosse troppo programmatico e poco rispondente al genere noir verso il quale si voleva indirizzare mentalmente il pubblico. La bigamia, in realtà, la si scopre quasi subito, ma si tratta unicamente del punto di partenza per una narrazione tutta in flashback che ripercorre la genesi e il complicato sviluppo di tale condizione, con il risultato di concretizzarsi nell’esatto contrario del genere noir al quale si strizzava l’occhio, ovvero un film sentimentale — peraltro dai risvolti autobiografici per regista e sceneggiatore — dove i buoni e i cattivi sono aboliti, ed ognuno ha le proprie ragioni.

1953, regia di Ida Lupino, soggetto di Larry Marcus e Lou Schor, sceneggiatura di Collier Young, musiche di Leith Stevens, con Edmond O’Brien, Ida Lupino, Joan Fontaine (sorella di Olivia de Havilland, ndr)

sabato 16 dicembre 2023

naked and raw

 

Una coppia alto-borghese decaduta di mezz’età e oltre si ritrova l’appartamento svaligiato di tutto il mobilio e suppellettili, che presto recupera. L’ordine viene ristabilito ma nella moglie sorge la consapevolezza di una vita inutile accanto ad un marito chiuso nel suo guscio, che per fortuna di lei schiatta all’improvviso, e visse felice e contenta. Tutto molto british, e si capisce che si tratta di un racconto ideale per una trasposizione teatrale (che è infatti avvenuta in piú di una occasione), ma giunti alla fine della storia non ci si può non chiedere: embè?

1996, Adelphi Piccola Biblioteca, pagg. 95, 10 euri

venerdì 8 dicembre 2023

il tempo delle pere

 

Nel corso della lettura del romanzo di Tabucchi sorge naturale il sospetto che la costante ricorrenza dell’espressione del titolo sottintenda che ciò che stiamo leggendo sia una sorta di rapporto di polizia, e che il finale della storia sarà con tutta probabilità funesto per il protagonista. Al contrario, la conclusione è — almeno temporaneamente — positiva, e fa pensare per analogia all’accordo finale in tonalità maggiore di tante composizioni di musica sacra in minore del sei-settecento. Lo scrittore ha quindi sviato il lettore e, come rivela in una nota poscritta, il suo testo va considerato come una testimonianza* resa all’autore stesso — e piú o meno immaginata — da un personaggio realmente esistito, vissuto ai margini di eventi sia geograficamente che politicamente a lui contigui, dei quali non fu diretto protagonista ma, appunto, testimone.

* Questo era il sottotitolo originario del libro, poi espunto nelle edizioni successive

1994, Feltrinelli, 214 pagg., 11 euri

sabato 2 dicembre 2023

Mr Hyde

Paola Barbato & Matteo Bussola, ovvero Dr Jeckyll & Mr Hyde. Lei sceneggiatrice di fumetti horror e scrittrice di romanzi neri che piú neri non si può; il consorte, invece, dopo aver abbandonato una carriera da mediocre disegnatore, si è convertito in scrittore di libri facili e dai buoni sentimenti, un po’ alla fabiovolo ma in versione piú tranquilla. Dopo tre o quattro dei suddetti libri ritorna al fumetto, ma questa volta lascia le matite ad un illustratore bravo e confeziona una perfetta imitazione italiana di un manga giapponese, probabilmente per acchiappare un pubblico giovanile (ma si sa che alle fotocopie di solito viene preferito l’originale). Oltre ai bei disegni (la storia lasciamo perdere) il pregio di questo volume — che pare essere il primo di una serie — è che si sfoglia all’occidentale, e non all’indietro, com’è cattiva abitudine per i manga tradotti in italiano.

Einaudi, 2023, 152 pagg., 12  €

domenica 26 novembre 2023

dd446

 

Albo che funge un po’ da biglietto da visita per la Baraldi, che da autrice di già una dozzina di numeri è stata promossa da qualche mese anche curatrice della collana. Una storia molto esigente nei confronti dei tre disegnatori chiamati ad illustrarla — i quali danno ottima prova del proprio lavoro — che parte dall’assurdo per approdare alla razionalità, o quasi, e che essendo di stampo genuinamente sclaviano speriamo costituisca una sorta di ritorno all’ordine dopo la sbilenca gestione recchioniana.

mercoledì 8 novembre 2023

corsi e ricorsi


La sensazione che per riparare ad un’ingiustizia (l’Olocausto) si stesse compiendo a propria volta un’altra ingiustizia (la sottrazione della terra ai palestinesi) c’è stata da sempre. Lo testimonia questo racconto dello scrittore israeliano Yizhar Smilansky, pubblicato per la prima volta nel 1949 (dunque ad un anno dalla proclamazione dello stato di Israele) che narra lo sfollamento e la deportazione di donne vecchi e bambini dal loro villaggio ad opera di una pattuglia dell’esercito occupante. La voce narrante è quella di un soldato del suddetto squadrone militare, che nello svilupparsi della storia lascia trapelare il proprio disagio rispetto all’operazione che stanno compiendo, fino al finale in cui si manifesta l’illuminazione per la quale l’esilio al quale stanno condannando il popolo dei profughi palestinesi non è altro che il corrispettivo moderno dell’esilio biblico del popolo ebreo.

p.s.: ci sarà un soldato israeliano, almeno uno, che di fronte ai massacri e agli sfollamenti ancora peggiori di questi giorni scriverà un libro altrettanto accorato? Speriamo.

«Come in un lampo mi fu chiaro. Tutto improvvisamente mi sembrò diverso, piú preciso: “L’esilio, ecco questo è l’esilio. È cosí che accade. Non sono mai stato in esilio — dicevo tra me —, non l’ho mai conosciuto... però me ne hanno parlato, mi hanno raccontato, l’ho studiato a scuola, me l’hanno ripetuto a ogni angolo, nei libri e nei giornali, ovunque: l’esilio. Hanno suonato tutte le mie corde. Il grido del nostro popolo contro il mondo: l’esilio! Era dentro di me profondamente, l’avevo succhiato col latte di mia madre. E cosa stavamo facendo qui noi oggi?».

Einaudi, 84 pagg., 8,50 euri

sabato 16 settembre 2023

virus letame

Ci è andata bene. Oltre alle zone rosse, i lockdown e tutte le privazioni delle libertà — a volte sacrosante, altre meno — che abbiamo conosciuto durante l’epidemia covid, ai governanti poteva venire in mente di sganciare una bomba sulle città focolaio per eliminare alla fonte tutti i contagiati, come avviene in “Virus letale”. Il film si approfitta di alcune licenze poetiche scientifiche che, anche da profani, appaiono abbastanza evidenti: il virus incriminato che inizialmente si trasmette solo per contatto diretto tra persone (come l’Ebola) in seguito ad una variante subitanea si trasforma improvvisamente come per magia in un virus a trasmissione aerea (alla stregua appunto del covid). Per non parlare degli anticorpi monoclonali (qui chiamati impropriamente “siero” o, addirittura “antidoto”) che i medici in celluloide trasformano in men che non si dica nel rimedio che guarisce senza problema tutti i moribondi. Comunque, un film interessante da vedere alla luce dell’esperienza dal di dentro che abbiamo sperimentato.

1995, regia di Wolfgang Petersen, scritto da Laurence Dworet, Robert Roy Pool, con Dustin Hoffman, Rene Russo, Morgan Freeman, Donald Sutherland

lunedì 31 luglio 2023

nippon-clochard

 

Hideo Azuma (1950-2019) — disegnatore piuttosto celebre per aver sfornato una quantità di manga per bambini e adolescenti, dei quali da noi arrivano solo Pollon e Nanako SOS per via di serie tv animate — attorno alla quarantina mi va in crisi, abbandona il tetto familiare e si mette a condurre una vita da clochard, e la prima metà del suo libro a fumetti sotto forma di diario è dedicata proprio al racconto degli espedienti dei quali vivono persone in queste condizioni, ed è forse la piú interessante. Successivamente trova un lavoro da operaio, tramite il quale cerca di reinserirsi in una vita regolare. Stacco temporale, e il Nostro torna indietro alla sua vita precedente da disegnatore, e la descrizione del mondo del fumetto nipponico quale vera e propria industria permette di intuire forse i motivi del suo esaurimento nervoso. Nuovo stacco, e nell’ultimo capitolo ci racconta il (tentato?) recupero dall’alcolismo nel quale nel frattempo era caduto, con conseguente ricovero ospedaliero e incontri psicoterapeutici, etc. Insomma, dopo una vita passata ad occuparsi soprattutto di storie per adolescenti ci ha lasciato il suo lavoro piú maturo, ma con lo stile comico di sempre.

venerdì 2 giugno 2023

sparks

Il buon Gad Lerner ricicla e reintegra una serie di suoi reportage scritti per Repubblica nel 2008 da Libano, Israele, Siria, Polonia, Ucraina, etc., che putacaso sono i luoghi di origine e di transito della sua costellazione familiare, da parte di madre e di padre. È l’occasione per riassumerne la storia recente, che si intreccia sovente con quella personale e di famiglia, a partire dallo sterminio degli ebrei nella Galizia degli anni Trenta, al Libano materno, gli Hezbòlla, la protesta giovanile verso l’Israele delle stragi di Sabra e Chatila, il rapporto conflittuale con il padre ebreo-conservatore, eccetera.

2009, Feltrinelli Editore, 230 pagg., 8 euri nell’edizione economica

giovedì 18 maggio 2023

a volte ritornano

 

Ristampa integrale delle storie di Conan, a partire dai primi 4 albi americani contenuti in questa prima uscita, pubblicati originariamente tra il 1970 e il ’71 negli USA e arrivati nel 1973 in Italia, con Roy Thomas ai testi e Barry (Windsor-) Smith ai disegni (chine di Dan Adkins e Sal Buscema, se vogliamo essere pedanti). Gli autori devono ancora prendere le misure del personaggio: infatti i testi non sono ancora quelli belli e letterarii che ci aspettiamo dal Roy Thomas di solo un po’ di tempo piú là, e i disegni di Barry Smith sono piuttosto discontinui, anche se alcune pagine — segnatamente quelle di apertura del secondo e terzo numero — già mostrano i segni della raffinatezza futura. Nella quarta storia le vignette si fanno molto ridotte e le pagine si frammentano fino a 10-12 riquadri: verosimilmente, ciò nasce dalla necessità di comprimere nelle 20 pagine standard i due racconti d’origine, ma ci piace pensare che sia anche dovuto all’influenza dello stile di un certo Guido Crepax, che in quegli anni doveva già essere abbastanza noto anche oltreoceano. Nelle pagine redazionali si sottolinea come i racconti di Robert E. Howard degli anni Trenta dedicati al cimmeriano — ai quali il personaggio Marvel è ispirato — non superino le poche decine di avventure, ragion per cui, alla luce del fatto che le avventure del Conan a fumetti invece raggiungono le diverse centinaia, possiamo dire che il “vero” Conan è ormai quello della nona arte.

sabato 6 maggio 2023

piccolo spazio pubblicità

Non un libro sul pensiero positivo o sul buddismo zen, ma sulla pubblicità, e nella fattispecie sui rapporti di lavoro tra agenzia e cliente, scritto da un art director britannico di successo (della Saatchi & Saatchi) a fine carriera. Da navigato esperto del settore, il buon(anima) Paul Arden sapeva bene che il risultato del prodotto pubblicitario non va misurato in termini assoluti ma è frutto di un compromesso tra i desiderata del cliente, gli spunti del creativo e l’enigmatico assetto mentale del pubblico ricevente. In questo senso, i pur numerosi consigli sulla creatività sono superati da quelli motivazionali, che non si riducono al banale motto “credere nelle proprie idee”, ma portano a mettersi nei panni della controparte per cercare di vendere quelle idee, approfittando anche dei punti deboli della committenza, senza rinunciare al coraggio necessario per sostenere qualche soluzione non convenzionale alla quale si creda particolarmente, anche a rischio del licenziamento (conseguente l’eventuale fallimento nell’acquisizione della campagna).

Phaidon Press, 2003, 128 pagg.

Cut-out:

Do not put your cleverness in front of the communication.

If you get stuck, draw with a different pen.

"Success is going from failure to failure with no loss of enthusiasm" (Churchill)

"To become a champion, fight one more round" (J. Corbett)

lunedì 10 aprile 2023

Battiato

Il buon Carlo Sbroccadoro mette sotto la lente di ingrandimento gli album pubblicati da Battiato tra il 1974 e il 1978, quelli che vanno da “Clic” a “L’Egitto prima delle sabbie”. In questo lasso di tempo l’artista siculo si affranca dal sistema tonale, abbandona chitarre, ritmica, etc., insomma gli strumenti musicali del rock-prog che ancora caratterizzavano i dischi precedenti, e intraprende una ricerca sonora del tutto personale, anche se ispirata dal lavoro di compositori d’avanguardia degli anni Sessanta e Settanta, e bisogna ammettere che l’autore del libro è sicuramente la persona piú adatta per sottolineare puntualmente le relazioni tra i brani di Battiato e quelli dei vari Stockhausen, Paolo Castaldi, Terry Riley, etc., dei quali fornisce precisi titoli di riferimento. Forse avremmo evidenziato la verosimile derivazione dal Futurismo (e nello specifico dal manifesto dell’Arte dei Rumori di Luigi Russolo) dei brani frutto di collage sonori di materiali di natura eterogenea, presenti in varie forme sia nell’album “Clic”, che in “M.lle le Gladiator”, ma il cui esito migliore viene raggiunto in “Café table musik”, che non a caso sta nel sottotitolo del libro di cui sopra. Tuttavia Sbroccadoro predilige le composizioni (chiamiamole cosí) pianistiche, che si basano su materiale minimo di poche note ripetute all’infinito e che, sviluppandosi per via di piccole variazioni continue, costruiscono uno spazio sonoro nel quale le risonanze che si producono nelle lunghe pause sono l’essenza stessa della composizione.

La Nave di Teseo+, 2022, 180 pagg., 17 euri

martedì 28 marzo 2023

Sparrow

 

Nella sua versione cinematica del romanzo di Verga, Zeffirelly traspone il racconto epistolare interiore di stampo romantico — che caratterizzava la narrazione delle vicende della sfortunata suora — nel registro del realismo tipico della produzione successiva dello scrittore siciliano, in una sorta di crasi spazio-temporale. Il risultato si affranca cosí dalla mera claustrofobia originaria, giustapponendola alla solarità del paesaggio meridionale dell’ambientazione, mettendo cosí a contrasto la luce della vita col buio del destino. La scelta di un cast quasi totalmente americano tradisce una destinazione del film prevalente verso il mercato USA: ciò ha difatti comportato l’aggiunta di scene e dettagli non presenti in Verga e che lo rendono in un certo senso un veicolo di promozione turistica (la gita sull’Etna, l’immancabile carretto siciliano, etc.)

1993, regia di Franco Zeffirelli, sceneggiatura di Zeffy e di un tale Allan Baker, la protagonista è interpretata da una certa Angela Bettis e pure il resto da vari attori ammericani plus due camei suoreschi di Valentina Cortese e Vanessa Tombarossa

sabato 18 marzo 2023

angouleme

 

L’ultimo week-end di gennaio corrisponde, suppergiú, al periodo in cui si tiene a cadenza annuale il celebre festival del fumetto di Angouleme, evento che il buon Bastien Vivès deve conoscere bene e che perciò gli consente di costruirvi attorno una storia ivi ambientata, nella quale chiunque abbia presenziato almeno una volta (compreso chi scrive) riconosce il dipanarsi degli stand, delle mostre, dei locali della cittadina francese, attraversati dal filo conduttore di una fugace love story adulterina tra un disegnatore della Casterman e la signora di un nerd attempato e un po’ beota. Bastien Vivès si conferma ancora una volta uno dei migliori narratori grafici della scena europea dei nostri tempi, dal tratto sintetico ma sotto il quale soggiace una robusta struttura anatomica realistica, con un’impostazione della pagina influenzata dal layout dei manga e dalla grafica nipponica in generale (ci ricorda in un certo senso la passione per la scoperta delle stampe giapponesi di altri artisti francesi, di un secolo e mezzo prima), e le cui storie si scorrono molto velocemente tanto che le si può tranquillamente leggere di frodo in un paio di puntate in libreria, senza neanche prendersi la briga di acquistarle.

Bao Publishing, 2023, 184 pagine in b&n, 22 euri

sabato 18 febbraio 2023

la monaca di catania

Romanzo epistolare nel quale una sorta di Anna Frank ante litteram nella Sicilia di metà Ottocento comunica le proprie sensazioni ad una amica immaginaria dalla ridotta in cui è confinata prima di essere deportata definitivamente verso la clausura del convento. Il racconto interiore in prima persona che va dall’aderenza con la realtà allo scollamento che conduce alla pazzia ricorda in qualche modo lo sviluppo de “La signorina Else”, ma un tot di anni prima di Schnitzler e Freud.

domenica 5 febbraio 2023

first spiderman

 

Quello che è considerato l’esordio cinematografico del Tessiragnatele era in realtà la puntata pilota di una serie televisiva della CBS, non molto fortunata, ma che comunque genererà con i suoi episodi per le sale estere altri due pseudo-film negli anni successivi. La trasposizione mediatica da fumetto a cinema eleva il grado di realismo della rappresentazione che, paradossalmente, mette alla berlina l’inadeguatezza della resa dell’aspetto fantastico, dati i poveri strumenti di elaborazione visuale disponibili all’epoca. Inoltre, la destinazione al vasto pubblico ha probabilmente consigliato di eliminare l’aspetto scabroso all’origine della trasformazione di Peter Parker in Spider-Man, ovvero il menefreghismo del personaggio, che causò la morte dello zio, con conseguente perenne senso di colpa (alla base del famoso motto dei super-eroi con super-problemi, connaturato alla nuova leva di personaggi creati da Stan Lee). Il lato forse piú interessante di questa prova mediocre sta nella storia in sé, che vede protagonista un villain — ispirato a Kingpin — il quale, tramite un marchingegno che unisce computer elettronica onde radio etc., manipola le menti umane, il che ricorda molto da vicino quanto Cronenberg si divertirà a portare al parossismo qualche anno dopo coi suoi vari “Scanners” e “Videodrome” (del resto era risaputa la fissa del regista suddetto per i fumetti).

1977, regia di Egbert Warnderink Swackhamer Jr., soggetto e sceneggiatura di Alvin Boretz, interpretato da un certo Nicholas Hammond e altri

sabato 28 gennaio 2023

il bandito

 

Sebbene sia ambientato nell’immediatissimo dopoguerra, “Il bandito” di Lattuada utilizza l’Italia del ’45 come semplice fondale, ma solo per entrare presto in pieno genere noir all’americana. Amedeo Nazzari è un reduce dai campi di prigionia tedeschi che torna nella sua Torino, non trovando piú la madre — morta sotto le bombe alleate — e, casualmente, sorprendendo la sorella in una casa d’appuntamenti. Nel corso di una colluttazione, fa fuori il gestore del bordello e, braccato dalla polizia, trova rifugio presso una femme-fatale/prostituta d’alto bordo (la Magnani) attorniata da una congrega di malavitosi, della quale diventa parte integrante in men che non si dica. Il tema del post-war torna ellitticamente nel finale, ma si tratta appunto — come dicevamo — di un prologo contestualizzante e di un epilogo patetico, che circoscrivono una parte centrale non propriamente indovinata nella ibridazione di due temi tanto distanti.

1946, regia di Alberto Lattuada, soggetto di Lattuada, sceneggiatura di Oreste Biancoli, Mino Caudana, Ettore Maria Margadonna, Alberto Lattuada, Tullio Pinelli, Piero Tellini, musiche di Felice Lattuada, con Amedeo Nazzari, Anna Magnani, Carla Del Poggio e altri

sabato 7 gennaio 2023

non solo Inca

 

MILANO - MUDEC (Museo delle Culture): mostra itinerante di circa 180 pezzi prestati dal museo Larco di Lima che illustrano l’arte precolombiana del Perù nell’arco di circa 3.000 anni (dal 1500 a.C. al 1500 d.C.). In un periodo cosí esteso le credenze delle varie civiltà che si sono succedute sono sicuramente mutate; la mostra, invece, non fa grandi distinzioni tra le diverse epoche e ci presenta gli oggetti sacri e profani come riferiti ad una forma di religione piuttosto uniforme, basata da un lato sul dualismo (uomo-donna, caldo-freddo, notte-giorno, alto-basso, etc.) quale fonte dinamica della vita, e dall’altro sul rapporto uomo-animale, con animali-simbolo ad identificarsi con l’alto (gli uccelli per il regno dei cieli, degli spiriti), il basso (il serpente per il sotterraneo) e il punto d’incontro terrestre (il giaguaro). Lo sciamano è colui che, incarnando le tipologie animali di cui sopra — anche con l’ausilio di droghe per alterare lo stato di coscienza — mette in comunicazione la comunità con i regni ultraterreni. Nel concetto di dualismo quale base della vita risuona il “polemos” di Eraclito (o viceversa), mentre la religione bestiale ricorda molto l’arcaico pantheon animale dell’antico Egitto: sicuramente gli antropologi avranno sviscerato queste curiose analogie tra civiltà tanto distanti nel tempo e nello spazio (approfondire, ndr).

n.b.: il biglietto costa una cifra (17 euri)