mercoledì 30 giugno 2021

più spietato che bastardo

 


Una delle tante pellicole che negli anni ’60 andavano a rimorchio del genere western, e nella fattispecie dell’originale omonimo di Sergio Corbucci. In questa circostanza il Django impersona un soldato sudista, creduto morto, che torna per vendicarsi dei suoi ex ufficiali che tradirono l’intero battaglione (non è dato sapere perché). Particolarità: tutte le volte che compare il personaggio di Rada Rassimova, l’unica presenza femminile del film, parte in automatico un tema musicale suadente, che suona come un richiamo parossistico alle soluzioni omologhe leonian-morriconiane; peccato che alla seconda volta già venga da ridere. Altro elemento interessante è il marito pazzo di quest’ultima che, congiuntamente a qualche scena di ammazzamento splatter, denota la contaminazione tra due generi, ovvero il western e il nascente horror (lo stesso Dario Argento, peraltro, debuttò come aiuto regista o sceneggiatore in qualche film di Leone).

1969, scritto da Sergio Garrone ed Antonio De Teffé, regia di Sergio Garrone, con Anthony Steffen, Rada Rassimov e altri.