lunedì 10 aprile 2023

Battiato

Il buon Carlo Sbroccadoro mette sotto la lente di ingrandimento gli album pubblicati da Battiato tra il 1974 e il 1978, quelli che vanno da “Clic” a “L’Egitto prima delle sabbie”. In questo lasso di tempo l’artista siculo si affranca dal sistema tonale, abbandona chitarre, ritmica, etc., insomma gli strumenti musicali del rock-prog che ancora caratterizzavano i dischi precedenti, e intraprende una ricerca sonora del tutto personale, anche se ispirata dal lavoro di compositori d’avanguardia degli anni Sessanta e Settanta, e bisogna ammettere che l’autore del libro è sicuramente la persona piú adatta per sottolineare puntualmente le relazioni tra i brani di Battiato e quelli dei vari Stockhausen, Paolo Castaldi, Terry Riley, etc., dei quali fornisce precisi titoli di riferimento. Forse avremmo evidenziato la verosimile derivazione dal Futurismo (e nello specifico dal manifesto dell’Arte dei Rumori di Luigi Russolo) dei brani frutto di collage sonori di materiali di natura eterogenea, presenti in varie forme sia nell’album “Clic”, che in “M.lle le Gladiator”, ma il cui esito migliore viene raggiunto in “Café table musik”, che non a caso sta nel sottotitolo del libro di cui sopra. Tuttavia Sbroccadoro predilige le composizioni (chiamiamole cosí) pianistiche, che si basano su materiale minimo di poche note ripetute all’infinito e che, sviluppandosi per via di piccole variazioni continue, costruiscono uno spazio sonoro nel quale le risonanze che si producono nelle lunghe pause sono l’essenza stessa della composizione.

La Nave di Teseo+, 2022, 180 pagg., 17 euri