lunedì 7 maggio 2018

bitter rice


Come da vulgata, “Riso amaro” si inscrive senza dubbio nella tendenza neorealistica del cinema italiano del dopoguerra; tuttavia è palese la sua forte ibridazione con altri generi: da primo il noir americano, che serve da filo conduttore per la trama, o lo spettacolo di rivista italiano, per il ruolo predominante affidato alla Mangano in versione vedette, o la denuncia sociale dei diritti sindacali dei lavoratori (le mondine non a libro paga in concorrenza con quelle regolari). Il cuore del film è però l’intreccio sentimentale fra i protagonisti principali che però, a causa della molteplicità di intenti della pellicola, non riesce ad andare abbastanza a fondo nei caratteri e cosí tutto rimane un po’ troppo in superficie.

1949, regia di Giuseppe De Santis, soggetto di De Santis, Carlo Lizzani e Gianni Puccini, sceneggiatura di De Santis, Lizzani, Puccini, Corrado Alvaro, Carlo Musso, Ivo Perilli, musiche di Goffredo Petrassi (!), con Silvana Mangano, Vittorio Gassman, Doris Dowling, Raf Vallone e altri