venerdì 26 luglio 2024

giro giro tondo

 

Contrariamente alla vulgata che definisce “Tutti giú per terra” — l’esordio letterario di Culicchia — un romanzo di formazione, troviamo conferma che non sia tale proprio leggendo l’introduzione dell’autore stesso, aggiunta in occasione del cambio editoriale da Garzanti a Einaudi, nella quale confessa che il libro fu il risultato di un collage di diversi racconti all’epoca scartati dalla pubblicazione in un’antologia curata dal Tondelli, nei quali i protagonisti erano diversi, e furono ricondotti unitariamente al Walter di TGPT pregiudicando in tal modo qualsiasi cambiamento interiore logico. Il ventenne protagonista, difatti, in una Torino di fine anni Ottanta, passa da una situazione (marginale) all’altra — la lettera per il militare, l’università, il servizio civile, la discoteca, la libreria, etc. — senza alcuna evoluzione psicologica, mantenendosi a galla in un mondo precario, del quale — questa volta forse a ragione — il libro viene considerato una prima attestazione letteraria generazionale, tanto da diventare modello per altri autori (sospettiamo Zerocalcare, fra gli altri), magari attraverso il film che ne fu tratto.

Prima edizione: Garzanti, 1994. Attualmente c/o Einaudi, 128 pagg., 11 euri

1 commento:

  1. Non sapevo fosse un collage. Lo considero il suo libro più riuscito. Culicchia, mio coetaneo, mi è capitato di incontrarlo varie volte a distanza di anni. Ogni volta ho trovato piacevole parlare un po' con lui e ogni volta mi è sembrato una persona diversa, irriconoscibile dall'incontro precedente. Magari anche lui ha ricevuto da me la stessa impressione chissà.

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