mercoledì 2 marzo 2022

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“Il posto” va considerato come il vero e proprio esordio cinematografico di Ermanno Olmi, giacché il precedente “Il tempo si è fermato” — risalente a tre anni prima — altro non era che un’estensione in chiave narrativa dei documentari che l’Ermanno realizzava abitualmente per conto della propria azienda (la Edison). L’aspetto interessante consiste nell’apparente contiguità allo stile allora in voga (ci riferiamo al tardo neorealismo e al tema dell’incomunicabilità caratteristica di Antonioni), ma — ironicamente — queste scelte formali erano dettate non tanto, o non solo, da un’adesione alle poetiche in questione, quanto da una necessità di produzione, da un lato (il budget per il film era minimo, e quindi gli attori presi dalla strada corrispondevano soprattutto ad una necessità economica) e dall’altro da una vera e propria rappresentazione dei fatti (la scena irrisolta del finale, con la ragazza che non si presenta alla festa — la quale rievoca il tema dell’assenza tipico di diversi film del regista ferrarese — è sicuramente una evenienza realmente accaduta, dato che, a detta dello stesso Olmi, la sceneggiatura è fondata largamente sulla biografia dell’autore all’epoca dei fatti narrati).

1961, regia, soggetto e sceneggiatura di Ermanno Olmi, con Loredana Detto (futura consorte olmiana) e Domenico Cantoni

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