venerdì 19 febbraio 2021

ciwati production

 

Piuttosto scarso come disegnatore, peggio ancora come vignettista o ideatore di storie a fumetti, il buon Makkox da qualche anno in qua si è fatto apprezzare in tv, per la sua vena comica istrionica — che riscatta la povertà di quella disegnata — a fianco di Zoro & company. Assume perciò senso la lettura della sua autobiografia, quantomeno per capire da dove è saltato fuori, uno cosí, a quest’età (come gli chiese Giuliano Ferrara). Di umili origini nel basso Lazio, ha svolto svariati lavori di fatica prima di approdare al disegno e alla grafica. A seguito di una certa notorietà acquisita grazie alla pubblicazione su web dei suoi disegni, viene chiamato a collaborare come autore di Scherzi a Parte, e poi persino da Beppe Grillo quando questi per un breve periodo tornò al suo mestiere di comico. Dopo queste esperienze, entrambe fallimentari, finalmente trova la strada giusta a teatro con la Dandini, dove inizia a prodursi coi suoi disegni alla tavoletta grafica proiettati su grande schermo, come fa tutt’ora. Biografia a parte, il lato interessante del libro è il corollario di considerazioni schiette e disincantate, espresse a cuore aperto come capita raramente di leggere, sui vari temi che la vita e il mestiere gli hanno proposto.

People editore, duecento e rotte pagine, 19,50 euri

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