Il titolo italiano un po’ strambo nasconde un piú prosaico “The Hunger” (la fame) che — sullo sfondo dei primi anni Ottanta ai quali data la pellicola — non può non far pensare all’astinenza da eroina e, di conseguenza, all’Aids, la temibile patologia allora agli esordi, passata per via ematica e sessuale che, in questo caso, trova la sua via di trasmissione trasposta nei morsi e negli amplessi della vampira Miriam. Ben confezionato dal debuttante Tony Scott (fratello del vecchio Ridley), futuro regista di cult movie quali “Top Gun”, il film è guastato da una debolezza di fondo della trama un po’ da romanzo horror di serie B, mentre il lato esistenziale amore-morte-vita eterna, qui trattato molto superficialmente, confluirà filosoficamente nell’altrettanto vampiresco “The Addiction” di Abel Ferrara, cosí come il glamour della coppia Sarandon-Deneuve lo ritroveremo in “Mulholland Drive” di David Lynch (forse abbiamo visto troppo pochi film per permetterci agganci di questo tipo, tuttavia...).
1983, regia di Tony Scott, sceneggiatura di Ivan Davis e Michael Thomas (tratto dal romanzo di Whitley Strieber, 1981), con Catherine Deneuve, Susan Sarandon, David Bowie e altri