domenica 17 aprile 2022

freddo sangue

 

Dopo il successo di “Nikita” del 1990 al povero Jean Reno è rimasto appiccicato il ruolo del killer con ragazza al seguito. L’ultima incarnazione dovrebbe essere quella di questo mediocre “Cold Blood”, nel quale il Nostro elimina un riccone la cui figlia cercherà di vendicare. Ambientato tra le montagne innevate dello stato di Washington (in realtà girato nei Carpazi ucraini) è un thriller che riesce ad incuriosirci per una buona metà della durata, grazie a vari depistaggi narrativi; dopo di che, una volta capito il busillis, non resta che rimanere a vedere come va a finire. Spoiler: i depistaggi sono almeno tre: il primo gioca sul nome della figlia vendicatrice, che è un nome tipicamente maschile (Charlie) cosicché non capiamo subito di chi si tratti. Il secondo inganno è quello di introdurre un ambiguo personaggio di colore che — e qui si gioca un po’ malignamente sui bias razziali — siamo portati d’acchito ad attribuirgli il ruolo di cattivo, e invece scopriremo piú avanti essere l’angelo custode della ragazza. C’era un terzo depistaggio, ma al momento purtroppo ci sfugge di mente (la prossima volta prenderemo appunti). Un paio di insignificanti ispettori di polizia hanno unicamente la funzione di sistemare il nostro killer nel finale, motivo per cui sono caratterizzati molto superficialmente.

2019, scritto e diretto da Frédéric Petitjean, con Jean Reno, Sarah Lind e altri

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