domenica 29 maggio 2022
salutame a Sorolla
mercoledì 25 maggio 2022
una storia dell'Ucraina
sabato 21 maggio 2022
giorgio eriberto
Dopo un primo breve viaggio nel 1914, H.G. Wells torna a Mosca e San Pietroburgo nel 1920, a conflitto terminato, e tre anni dopo la Rivoluzione d’Ottobre. Trova una situazione economica e sociale disastrata, che attribuisce non tanto al nuovo regime comunista, quanto alle conseguenze della guerra. Nonostante le molte riserve che ha sulle basi ideologiche e sulle capacità di governo del nuovo establishment, Wells trova i bolscevichi animati da un sincero spirito di rinnovamento e ipotizza che, allo stato in cui la Russia all’epoca si trovava, quella poteva essere l’unica opportunità per risollevare il paese dalla miseria. Da visitatore illustre quale era, incontrò alcuni esponenti celebri della cultura patria (Gorkij, Glazunov, etc.), nonché Lenin in persona, del quale ci fornisce un ritratto abbastanza edificante. Tornerà in Russia una terza volta, nel 1934, per una intervista a Stalin (in realtà si tratta di uno scambio di idee tra intervistatore e intervistato) pubblicata in appendice. La sostanziale benevolenza di Wells verso il bolscevismo va vista sia alla luce del suo carattere di scrittore fantascientifico-distopico (prima di Huxley e Orwell) — quindi tendente alle grandi sistematizzazioni delle società del futuro —, sia per la sua visione politica di tendenza “collettivista” — sebbene non rivoluzionaria —, sia, infine, perché i peggiori misfatti sovietici erano ancora di là da venire (o da rivelarsi).
Nuova Editrice Berti, 2016, 160 pagine, 17 euri
lunedì 16 maggio 2022
so' dolorem
Diciamo che il ritorno della testata di MM dalla bimestralità alla mensilità forse non era proprio necessario se — a proposito di un tema dalle notevoli potenzialità quale il “lorem ipsum” poteva essere — ci troviamo a leggere con una certa curiosità solo la prima parte della storia, mentre per la seconda parte, ovvero quella dell’azione e dello svelamento del mystero, si ricade in una roba un po’ pressapochista, anche a causa di disegni non eccellenti. Forse per questo è stata associata una parte redazionale per aggiungere un po’ di sostanza ad una storiella deboluccia.
mercoledì 11 maggio 2022
ispoved'
lunedì 2 maggio 2022
la dona venexiana, ciò
Una di quelle mostre senza alcuna ragion d’essere. Data la vastità del tema ci può stare dentro la qualunque, ed infatti la divisione in sottosezioni recita: mogli, cortigiane, sante, eroine, etc., ovvero si pigliano i quadri a soggetto femminile di alcuni dei maggiori pittori del Cinquecento veneziano (oltre a Tiziano troviamo Giorgione, Palma Giovane e Palma Vecchio, Veronese, Paris Bordone e altri) e il gioco è fatto. Ovviamente, le opere veramente importanti non le smuovi, quindi il nucleo principale è costituito da quadri e piccole sculture provenienti dal Kunsthistorisches di Vienna (prima tappa di questa mostra) piú altri raccattati qua e là (Accademia, Uffizi, etc.) un po’ cosí, a caso. Sempre un bel vedere, beninteso, ma di ragioni scientifiche, neanche l’ombra.