giovedì 27 giugno 2019

in crociera


Se è vero com’è vero (lo dice WPedia) che il buon DFWallace soffriva da anni di depressione, allora possiamo ipotizzare che il reportage crocieristico commissionatogli da una rivista americana — successivamente ampliato per il libro di cui sopra — ha contribuito senza dubbio a dargli il colpo di grazia che l’ha portato al suicidio un paio di lustri fa. L’assurdità di una tale esperienza, cosí meticolosamente descritta dall’autore, col vacanziero servito e riverito da personale anonimo e gentile, perché prezzolato, in una vacanza caraibica senza senso, in compagnia di viaggiatori altrettanto assurdi, non può che alienare qualsiasi individuo che sia sano di mente. Invero la narrazione non è cosí tragica, sebbene a volte affiori la depressione di cui sopra, ma è caratterizzata da una strana desolazione divertente, sempre distaccata, ma precisissima nel descrivere la futilità di ciò che accade. Una certa dose di simpatia può essere dovuta alla versione italiana tradotta da Francesco Piccolo, che deve aver desunto da qui lo stile ironico tipico dei suoi libri, o semplicemente già era nelle sue stesse corde. Abbastanza a sproposito potremmo aggiungere che, qualora l’acume eccezionale di Foster Wallace avesse trovato applicazione nei rispetti di tematiche meno aleatorie e idiosincratiche, forse ne avrebbe guadagnato in salute mentale. Ma ormai è un po’ tardi per i consigli (non richiesti tra l’altro).

1997, Minimum Fax, 150 pagg., 15 euri