mercoledì 1 gennaio 2020

the bomb


La prima metà de “La bomba” di Enrico Deaglio si concentra sulla figura di Giuseppe Pinelli e sulla ricostruzione e lo smontaggio del teorema anarchico, che attribuiva a Valpreda la responsabilità della strage della Banca dell’Agricoltura di Milano, secondo un depistaggio pianificato da tempo con la collaborazione di ex-repubblichini riciclatisi ai vertici delle istituzioni italiane, che cosí coprivano la vera origine neo-nazistica dell’attentato, opera di Freda, Ventura, Carlo Maria Maggi, etc., che però Deaglio ci descrive con minore acribia rispetto alla prima parte assolutoria degli anarchici, ed è un vizio di forma e di sostanza di questo libro. Una seconda pecca veniale è la frettolosità della sua realizzazione, che si concretizza in svariate ripetizioni e appunto nel disequilibrio della struttura complessiva, una frammentarietà che si dipana via via verso la fine. D’altra parte il suo pregio è quello di non limitarsi ad una fredda ricostruzione di fatti e di atti giudiziari, ma di rievocare il contesto e il paesaggio culturale dell’epoca, riportando alla memoria personaggi, films, documentari televisivi, libri ormai dimenticati e ai quali è lasciato al lettore il piacere della riscoperta.

Einaudi 2019, pagg. 300, 18 euri