domenica 21 aprile 2024

lode a Mishima

 

A distanza di una ventina d’anni torna nelle librerie il commento ad Hagakure nel quale Mishima contestualizza gli insegnamenti sapienziali del Settecento nipponico collegandoli alla realtà dell’epoca e al suo proprio vissuto personale. Rispetto alla precedente edizione Bompiani si è voluto “sanitizzare” l’approccio tetro che sottolineava fin dal titolo (era “La via del samurai”) la relazione tra l’etica del samurai e l’idea costante della morte e del suicidio che la dovrebbe guidare. Ne viene fuori un libro piú leggero e meno ideologico, senza nessuna prefazione che speculi troppo sul suicidio rituale di Mishima avvenuto pochi anni dopo. Stupisce tuttavia come una pietra miliare di questo calibro venga poco pubblicizzata dalle stesse librerie di catena: forse viene ancora ritenuto troppo “pericoloso”, nonostante la sanificazione.

Feltrinelli, 2023, pag. 160, 16 euri

domenica 31 marzo 2024

l'amour toujours

 

Tornata a Napoli per ripercorrere i luoghi della propria infanzia alla ricerca di una spiegazione per la recente morte misteriosa della madre, la protagonista riesamina la relazione tra sé e la donna, decostruendo e ricomponendo i ricordi di fatti avvenuti nella sua vita, che il tempo aveva confuso con quelli dell’altra, riportando a galla verità scabrose sepolte nel passato. Il primo romanzo della fantomatica Elena Ferrante incomincia come un noir abbastanza tradizionale, ma durante il racconto dissemina particolari comportamentali e psicologici di natura, diciamo cosí, sospetta (per esempio, la sua frigidità, o l’anelito al non volersi scoprire somigliante alla madre) che convogliano abilmente verso l’agnizione del finale. Notevole, anche se sa un po’ troppo di “vecchio”.

p.s.: l’idea che ci siamo fatti del “caso Ferrante” è che effettivamente possa trattarsi di un autore/autrice già celebre all’epoca della pubblicazione (oggigiorno, secondo i nostri calcoli, dovrebbe stare all’incirca attorno agli 80 anni) che decide di pubblicare pudicamente un romanzo sotto mentite spoglie a causa di una scena di sesso esplicita che avrebbe potuto risultare piuttosto imbarazzante per la propria reputazione. Difatti, il secondo romanzo di EF appare nientemeno che dieci anni dopo, probabilmente dopo aver constatato il successo a ragion veduta del primo, e decidendo cosí di proseguire su quella strada.

1992, edizioni e/o, 173 pagine, 11,90 €

sabato 23 marzo 2024

... e fuori nevica


Commedia teatrale (con finale tragico) di e con Vincenzo Salemme, scritta nel 1995 e portata sul palco in varie edizioni. Caratterizzata da una scrittura scoppiettante, nella versione che vedeva la partecipazione di Nando Paone rimane un po’ troppo sottotraccia il filo rosso che dovrebbe condurre al tragico finale, che difatti si presenta senza la necessaria preparazione. Particolarmente interessante deve essere la versione cinematografica realizzatane nel 2015 con i medesimi attori: a giudicare dal trailer, infatti, è stata operata una totale rivisitazione da capo a fondo della sceneggiatura per adattare la pièce al nuovo medium espressivo, spostando l’azione anche all’esterno dell’appartamento della casa nella quale è ambientata, tanto che pare difficile ricondurla alla sua origine teatrale.

sabato 10 febbraio 2024

Jacomo

Gli ultimi 15 giorni di febbre di uno Jacopo Robusti moribondo che, rivolto al Signore, racconta la sua vita a partire dalla tenera figura di Marietta, la prima figlia avuta da una relazione prematrimoniale, e che è la vera protagonista, una volta che assumiamo il personaggio di Tintoretto quale io narrante. Il libro della Mazzucco è romanzo storico, che restituisce un interessante quadro della Venezia del Cinquecento, ma — dato il tema che affronta — è anche una sorta di breviario di storia dell’arte e di estetica, materie nelle quali l’autrice si muove agevolmente. Nella seconda parte si sente un po’ la mancanza di una chiara parabola narrativa: infatti, si incomincia a parlare della fine infausta di Marietta già a metà del volume, e poi ogni tanto è viva, ora è morta, ora ritorna viva, in un fluire di episodi della cui successione non si capisce molto il senso, e che ci porta ad un finale oltremodo repentino.

p.s.: non resta che leggere il mattone “Tintoretto e i suoi figli”, sempre della Mazzucco, per verificare quanto corrisponde a verità storica e quanto va ricondotto a fiction

Prima edizione Rizzoli, ottobre 2008, ora Einaudi, 480 pagine, 14 euro

venerdì 19 gennaio 2024

Schindler List 2.0

 

Bene o male, ogni nazione europea ha avuto la fortuna di avere il suo Schindler, ovvero qualcuno che ha salvato dall’Olocausto una quantità di ebrei perseguitati dal nazifascismo. Nella fattispecie si tratta di Sir Nicholas Winton, che in quel di Praga attorno al 1938-39 protesse e inviò nella sua natia Inghilterra circa 700 bambini Ceki poco prima dell’invasione nazista. L’intento del film è certamente encomiabile, nel gettare luce su una pagina terribile ma poco conosciuta della storia recente; tuttavia si procede in maniera stanca e didascalica, e nessuno spettatore — neanche chi non avesse idea alcuna della trama — può aver dubbi sul suo sviluppo e finale. Tuttavia una regia non del tutto incompetente riesce a commuovere nei momenti clou.

2023, regia di James Hawes, sceneggiatura di Lucinda Coxon e Nick Drake (non quello là, ndr), basato sul libro di Barbara Winton (figlia reale del personaggio protagonista del film), con Anthony Hopkins, Johnny Flynn, Helena Bonham Carter e altri

giovedì 4 gennaio 2024

il Moroni GB da BG

 

MILANO – Gallerie d’Italia: “Moroni. Il ritratto del suo tempo”. Il Giambattista Moroni mi nasce ad Albino (BG) nel secondo decennio del Cinquecento e viene presto spedito a Brescia a fare l’apprendista presso la bottega del maggiore pittore locale dell’epoca, ovvero il Moretto. La mostra in corso a Milano prende in considerazione l’intera vita produttiva del Moroni — al contrario dell’ultima grande mostra dedicatagli a Bergamo una quindicina d’anni fa che si limitava ad illustrare la seconda parte della sua carriera — ed è l’occasione buona per un confronto con le opere del maestro con quelle dell’allievo. Quest’ultimo lascia parecchio a desiderare sul fronte della pittura religiosa, dove latita l’accuratezza della composizione e delle proporzioni delle figure, nonché alcune peculiarità iconografiche piuttosto datate, a causa dell’ambito provinciale un po’ arretrato della committenza alla quale le opere erano destinate. Nulla da dire invece dal lato ritrattistico: l’allievo supera abbondantemente il maestro, se non altro per via della numerosità delle occasioni che lo hanno portato a maturare una eccezionale sensibilità nei confronti della rappresentazione della fisionomia umana, unita ad uno straordinario e sapiente uso del colore.