sabato 25 settembre 2021

non solo Norman

 


Sulla scorta dell’Arte di vedere di Aldous Huxley, uscito negli anni Quaranta, anche tale dottor Markert, diversi decenni dopo, si incarica di divulgare i metodi naturalistico-filosofici del dottor William H. Bates (1860-1931) per il recupero della vista. Rispetto al suo precedente, che si concentrava soprattutto sui controversi aspetti percettivi — al limite della teosofia — del metodo del capostipite, Markert amplia il campo di applicazione, e da buon medico di medicina olistica si occupa anche della salute generale dell’organismo, del quale il sistema visivo è parte («estensione del cervello»). In verità il libro in questione è eccessivamente sintetico, nonché ormai datato, tanto da lasciare scoperto tutto il ramo delle maculopatie, che paiono essere la prima causa di cecità, parziale o totale, riconosciuta ai giorni nostri. Tuttavia ha il merito di precisare meglio il meccanismo peggiorativo che con l’adozione degli occhiali correttivi porta alla progressiva dipendenza da lenti sempre piú forti, che — riducendo il campo visivo e dunque la mobilità, ed inibendo il fisiologico accomodamento naturale — rendono l’occhio sempre piú pigro e piú debole.

RED Edizioni, 150 pagg., euri 12,30 circa